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Pelle sana? Questione di microbioma, in equilibrio

Pelle sana? Questione di microbioma, in equilibrio

La scoperta che la nostra pelle è popolata da un microbioma, cioè da un insieme di microrganismi (più di 500 specie diverse) che convivono sulla superficie del nostro organismo senza però danneggiarlo, ha completamente modificato l’approccio verso molti disturbi dell’epidermide.

Oggi, tutta una serie di problemi della cute viene attribuibita a uno stato di disbiosi, vale a dire a uno squilibrio delle popolazioni di microbi che vivono abitualmente sulla pelle.

Di conseguenza, il tradizionale trattamento contro il singolo microrganismo sta lasciando spazio alla ricerca dell’eubiosi della pelle, cioè l’equilibrio fra le popolazioni microbiche che normalmente la abitano.
È un indirizzo completamente nuovo che vede anche l’introduzione sul mercato di prodotti per l’igiene e la cura della pelle sempre più specifici.

 

Microbioma: un mondo sulla pelle

 

Pelle sana? Questione di microbioma, in equilibrio

“La scoperta che la cute umana è completamente popolata da un microbioma composto da colonie di batteri ma anche da altri microrganismi come funghi, virus, protozoi, ha rivoluzionato completamente il modo di intervenire nella cura di diverse malattie della pelle”, spiega Marco Pignatti, dermatologo del Poliambulatorio Villa Richeldi di Carpi.

” Si è sempre pensato, per esempio, che malattie come l’acne, la dermatite seborroica, la rosacea fossero delle infezioni, in realtà si è scoperto che questi disturbi sono sì causati da agenti infettivi che però sono normali commensali della pelle. Quindi non possono essere considerate vere e proprie infezioni, ma dovrebbero essere ritenute delle disbiosi della pelle, degli squilibrii del microbiota”.

 

Microbioma: tanti batteri, nessuno escluso

Per mantenere la pelle in buona salute e in perfetta forma, la cosa veramente importante è un microbioma bilanciato, cioè l’equilibrio tra queste popolazioni che abitano la nostra cute.

“Fino a oggi questi problemi sono sempre stati trattati cercando di eliminare il singolo elemento patogeno come il Propionibacterium nell’acne, la Malassezia nella dermatite seborroica o il Demodex nella rosacea. Questa modalità di cura, però, ha dei grossi limiti perché è impossibile debellare del tutto questi microrganismi dal loro ambiente, in questo caso la cute”.

Dunque, lo studio del microbioma cutaneo sta spingendo la comunità scientifica verso nuove soluzioni: ricercare l’eubiosi della pelle, cioè l’equilibrio tra queste popolazioni che normalmente abitano la nostra pelle.

 

Gli studi hanno rivoluzionato le terapie

 

Ecco perché è importante salvaguardare il microbioma evitando di alterarne il naturale equilibrio con detersioni aggressive o con l’uso di prodotti topici inadatti.

Possiamo dire che la pelle possiede un suo ecosistema che va difeso, invece spesso commettiamo errori alimentari, ma anche nella scelta dei cosmetici, che ne alterano il benessere.

“Sappiamo con certezza, per esempio, che tutti questi microrganismi, batteri, funghi e virus hanno forti interazioni tra di loro: collaborano con noi per la salute della pelle, sono utili, ma soprattutto regolano i rapporti tra di loroe impediscono che una specie prenda il sopravvento”, conclude Marco Pigantti. “Gli studi ci dicono che la direzione giusta da seguire è creare le condizioni che permettano a tutti gli abitanti della cute di avere il loro spazio e impedire a un singolo ceppo di microrganismi di prendere il sopravvento”.

 

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