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Detersione: attenzione all’acqua dura. Può danneggiare la pelle

Detersione: attenzione all’acqua dura. Può danneggiare la pelle

Detersione: attenzione all'acqua dura. Può danneggiare la pelle

Acqua dura utilizzata per la detersione rappresenta un rischio per la salute e la bellezza della pelle. Ma come è possibile prendersi cura della propria barriera cutanea, combattendo i rischi dell’acqua dura? Se da un lato i cosmetici di qualità sono elementi fondamentali per la cura della pelle, dall’altro sarebbe un errore non utilizzare per la detersione un elemento imprescindibile come l’acqua. Ogni giorno ci laviamo: detergiamo il volto e il corpo, un’azione compiuta migliaia di volte nel corso della vita.

Che cosa significa acqua dura

L’acqua che scorre dalla maggior parte dei rubinetti del nostro Paese contiene elevate concentrazioni di calcio, magnesio e altri minerali pesanti, come il calcare che possono causare danni all’epidermide. L’équipe Ricerca & Sviluppo di Unifarco, con la collaborazione dell’Istituto di ricerca Vitroscreen, ha sviluppato in vitro un modello di studio inedito dell’acqua che ha messo in luce diversi punti critici.

Cosa ha evidenziato lo studio

Lo studio ha evidenziato i potenziali pericoli che derivano dalla detersione con acqua dura: parliamo di irritazione, infiammazione e alterazione della barriera epidermica. Fattori che possono determinare dermopatie di varia natura, aumentare il rischio di aggressioni esterne, allergie da contatto e infezioni. Ma cerchiamo di capire meglio. Il team di ricerca ha simulato le comuni abitudini di igiene quotidiana su un modello di epidermide ricostruita in vitro. Ci si è domandati quali fossero le conseguenze della detersione con acqua a diversi gradi di durezza. Al modello sono state applicate ogni giorno, ripetutamente, diverse soluzioni: soluzione salina (sostanza di per sé innocua), acqua dura, acqua ultrapura, un mix di acqua dura e un comune detergente industriale, e infine una soluzione di Ceramol olio detergente disciolto in acqua dura. E’ subito apparso evidente  che il solo utilizzo di acqua dura provoca alterazioni della barriera epidermica rispetto all’acqua ultrapura. Secondo i dati, inoltre, a parità di “qualità” dell’acqua, l’uso del corretto detergente riduce lo sviluppo di problemi legati a uno squilibrio della barriera cutanea (microbioma).

Detersione: gli accorgimenti necessari

Che cosa fare, allora, per continuare a godere del piacere dell’acqua senza alterare la naturale fisiologia epidermica? Ecco qualche accorgimento, per una perfetta routine di cura e benessere della pelle.

  1. Scegliere bene il detergente. Non lasciamoci ingannare da schiuma e profumo comunemente associati all’idea di igiene. Attenzione però: queste due caratteristiche non corrispondono a un maggiore potere lavante del prodotto. I detergenti migliori sono proprio quelli sprovvisti di proprietà schiumogene: in particolar modo, nel caso in cui la barriera cutanea sia particolarmente delicata o già danneggiata. Lo stesso concetto è valido per la profumazione. E’ utile preferire prodotti neutri.
  2. Il troppo stroppia. Lavaggi troppo frequenti non sono salutari per la pelle perché determinano un effetto inverso rispetto a quello desiderato. Quando la pelle è stressata da un’eccessiva detersione diventa molto sensibile e le ghiandole sebacee vengono stimolate a lavorare ancora di più, rendendo la pelle lucida e grassa. Il consiglio è detergersi due volte al giorno: la mattina per combattere l’eccesso di sebo prodotto durante la notte e per rimuovere i residui dei trattamenti della sera precedente; e prima di andare a dormire per eliminare agenti esterni, come smog, polveri sottili e trucco accumulatisi durante la giornata.
  3. Crema idratante? Mai senza detersione. La detersione ha un grande impatto anche sull’efficacia dei cosmetici che utilizziamo. Una pulizia del viso corretta e costante, infatti, prepara la cute e la barriera a interagire in modo ottimale con la crema, migliorandone l’assimilazione.